XXX CAMPIONATO NAZIONALE DI TENNIS A SQUADRE MASCHILE E FEMMINILE 2017
E giunse il trentennale… Il glorioso e prestigioso Circolo Virtus Tennis Bologna, circolo di altissima tradizione tennistica, dove, sotto la guida dei maestri Spisani e Bonetti, si sono formate generazioni di giovani tennisti divenuti campioni di alto livello come Merlo, Sirola e, più recentemente, Camporese e Reggi, accoglie dal 23 al 27 agosto il XXX CAMPIONATO nazionale di tennis a squadre maschile e femminile dei dipendenti universitari. Come al solito, fa da filo conduttore del racconto dell’evento l’intervista e le osservazioni di Michele Contento, qua e là temperate o integrate dal narratore.
“Sono passati 30 anni e non ce ne siamo accorti” — esordisce Michele — e allora vien voglia a chi scrive di dare un’occhiata alla foto commemorativa del I Campionato (1988). Domanda spontanea: ma chi sono quei due ragazzini nella foto? L’iscrizione sotto la foto recita: Giovanni Ricci Bitti, Michele Contento e allora vien voglia di ripetere con il sommo poeta: “Vassene ’l tempo e l’uom non se n’avvede”. Ma in fondo ha forse ragione Mike, per il nostro Campionato sembra che il tempo si sia fermato e che quegli antichi protagonisti siano lì, vivi e vegeti, a polemizzare su ogni nuova proposta e a battagliare su ogni palla.
Nell’ampia sintesi dei trent’anni tennistici, il capitano dei Bolognesi ricorda le varie sedi che hanno ospitato il Campionato — si è svolto anche quattro volte all’estero (tre in Croazia e una in Tunisia) — e le squadre che maggiormente hanno dato lustro con le loro prestazioni e vittorie alla competizione. Ma è opportuno ribadire che tutte le squadre che hanno partecipato hanno contribuito a esaltare e a rendere fattibile un evento che per la sua longevità non trova forse riscontro in altre manifestazioni accademiche. Quindi, un grande ringraziamento deve andare a quegli atenei e ai loro rappresentanti che con spirito decubertiano hanno partecipato e partecipano ogni anno alla competizione pur sapendo di non poter mai vincerla. È sin troppo facile aggiungere che ciò che ci spinge ogni anno a intraprendere quest’avventura è, tutto sommato, il fatto di ritrovarsi insieme e di esprimere agonismo e socialità in quei quattro giorni che sono una parentesi nel cuore della nostra estate.
Ma il sentimentalismo porterebbe troppo lontano lo scrivente e annoierebbe il lettore, per cui, meglio rientrare nell’alveo della competizione. Nelle sue Confessioni di un ottuagenario fatte al figlio, il nostro Mike ricorda, senza dirlo esplicitamente, come Bologna, non potendo più competere nell’over ’45, abbia inventato l’over ’55, dove partecipavano solo loro, ricondotto poi all’over ’50, nell’attesa spasmodica di certo Versari, che, in nomen omen, ha fatto versare molte lacrime ai Genovesi e non solo. Si è poi aperta la partecipazione al Campionato a chiunque passasse per i corridoi degli Atenei: contrattisti, assegnisti, dottorandi, maestri dei Circoli che avessero, almeno una volta, lavato la macchina del Rettore! È stato un bene? Forse sì: abbiamo visto giocare del buon tennis, in un periodo in cui Supertennis non esisteva ancora. Ma era giusta tale apertura di cui hanno beneficiato soprattutto i grandi atenei? Utinam in sententia permansissēmus! (Oh, se fossimo rimasti fermi nel nostro pare! Ci scusiamo con i più acculturati. Ndr.) Ma così, probabilmente, il mondo non andrebbe mai avanti!
I vari Campionati si svolgono alla presenza e sotto lo sguardo sfingeo del maestro Spisani: vien da domandarsi se è ancora là, seduto di fronte ai campi, tramutato in sfinge vivente.
Le confessioni dell’ottuagenario di cui sopra iniziano con il racconto dell’Assoluto maschile, dove, e per il secondo anno consecutivo, Bologna arriva in finale, ma perde da Venezia. Pur potendo contare sulla new entry, Nicola Bonfieni, neo assunto dell’Azienda Agraria dell’Università di Bologna (tanto per cambiare!), la squadra bolognese doveva arrendersi a Venezia, dove Andrea Borghesan liquida la new entry bolognese con un perentorio 6/2, 6/0, che il buon di Mike, dall’amore sviscerato per la sua squadra, così commenta: “Abbiamo assistito a un incontro titanico. Il veneziano è giocatore che viene da classifiche più elevate (ex seconda categoria) ed esprime un gioco più aggressivo e potente. Nicola è giocatore di ottime qualità di resistenza e concentrazione, non molla mai e, nonostante da spettatori si notasse un notevole equilibrio in campo, purtroppo ha perso 6/2 6/0.” (Comicità tennistica allo stato puro, ma simpatica! ndr.). Dopo il «titanico singolo», il Borghesan contribuisce alla vittoria nel doppio ben coadiuvato da Stefano Boscolo.
Questo è il solo titolo che ha impedito a Bologna di fare l’en plein, ma non di fare la parte del leone. Infatti tutti gli altri Campionati sono stati appannaggio dell’Ateneo felsineo. L’OVER ’50, che ha visto al via 13 formazioni, si è anch’esso risolto a favore dei Bolognesi. Forti di Versari, Giovanni Ricci Bitti, Cludi, della new entry Mario Pontieri e del fortissimo Carlo Zoli, i Felsinei non hanno trovato alcuna resistenza vincendo 3 a 0 anche contro la storica rivale Genova, orfana ormai delle feroci battaglie agonistiche di Piter Pinelli. In finale, Bologna supera agevolmente Roma La Sapienza, sempre per 3 a 0.
Il terzo Campionato è quello riservato al tennis in gonnella. Pare che Michele Contento sia andato, scalzo e a piedi, prima di ferragosto (40° all’ombra!) al Santuario della Madonna di San Luca per invocare l’intervento della Vergine onde convincere Elena Piccolomini a giocare per la squadra del CUBo. La Madonna, impietosita alla vista di quel vecchietto un po’ sciancato che a stento saliva verso il santuario, pare sia apparsa durante la notte a Elena, che non ha potuto sottrarsi all’impegno. E così, con il solito miracolo alla bolognese, anche il Campionato femminile, che Bologna non vinceva da quando facevano la finale fra loro la prima e la seconda squadra, diventa appannaggio dei Bolognesi. Le due squadre più forti, infatti, Bologna e UNICAL, raggiungono la finale con una certa facilità, anche perché le Veneziane che potevano contare su una giovane new entry, Carlotta Gaeta, da affiancare alla forte e intramontabile Nadia Cazzin, perdono contro UNICAL, perché la sfortunata Carlotta si procura uno stiramento tendineo nella partita contro l’Aiello.
E veniamo alla finale. Le due numero uno, Elena Piccolomini e Alberta Aiello (che a quanto pare non rinuncia neppure lei all’intervento divino: la didascalia sotto il campo in cui si allena recita: Pellegrinaggio a Roma in occasione della canonizzazione del Beato Angelo da Acri), entrambe con i favori del cielo, danno vita a un incontro piacevole ma non equilibrato come si poteva pensare (del resto la Madonna di San Luca è senza dubbio tennisticamente e santamente superiore a un povero Beato Angelo da Acri!): l’Aiello si intestardisce a voler sfondare da fondo la sapiente difesa della «divina» Elena e incorre in molti errori gratuiti. Avrebbe dovuto, secondo la logica tennistica, far giocare alla Piccolomini scambi lunghi e massacranti, vista la differenza d’età fra le due giocatrici. Ma si sa che le preci del buon Mike trovano spesso ascolto lassù «dove si puote ciò che si vuole» e quindi l’incontro si conclude con un perentorio 6/2, 6/2 per l’erede dei Papi. Il doppio riserva qualche emozione in più: Elena Piccolomini/Luciana Sacchetti vs Alberta Aiello/Assunta Venneri. Il primo set si conclude rapidamente a favore delle Bolognesi, ma il secondo vede le Cosentine recuperare da 2 a 4, inanellare 4 games di fila e vincere per 6/4. Decisione affidata al super-tie-break. Le Felsinee si portano avanti 4 a 0 e chiudono agevolmente 9 a 4, aggiudicandosi la gara e il titolo.
A conforto del narratore si è aggiunta per il trentennale anche una rassegna stampa che integra le interviste sportivo-declamatorie del nostro Mike. Alquanto copiosa quella che concerne l’UNICAL che sembra celebrare maggiormente il quarto posto raggiunto quest’anno rispetto al secondo dell’anno scorso. Sul wesud News si esalta «un prestigioso quarto posto assoluto nella speciale classifica degli atenei» e si attribuisce il «merito dell’ottimo risultato principalmente alle donne del CRUC che, trascinate da Alberta Aiello, insieme ad Assunta Venneri e Daniela Bonofiglio, si sono classificate al secondo posto, superate solo dalle fortissime tenniste di casa». L’Eco dello Jonio riprende e ripete le stesse lodi, aggiungendo che l’OVER ’50, orfano di Tonino Volpentesta e Nicola Leone, non è riuscito a confermare gli ottimi risultati degli anni precedenti. Sorprendente l’articolo de La voce di Rende, che ripete gli stessi elogi per gli atleti e le atlete calabre, ma che evoca nello scrivente i ricordi di un’epopea personale che in quella sede ha avuto inizio.
Contenuto il commento dell’organo di stampa dell’Università di Brescia che si limita a segnalare il decimo posto della squadra nella Coppa Athenaeum, mentre particolarmente e giustamente esaltato il commento dell’organo di stampa di Ca’ Foscari che sottolinea come la squadra abbia migliorato «gli eccezionali risultati dello scorso anno» e come «tutti gli atleti di Venezia (Ca’ Foscari+Iuav) hanno dimostrato una grande tenacia e determinazione», suscitando «grandi emozioni sia per i tennisti in campo ma anche che per tutti gli altri giocatori/accompagnatori che a bordo campo non hanno mai smesso di sostenerli ».
Visti i risultati, Bologna vince per l’ennesima volta la Coppa Athenaeum — istituzione quasi ad personam vista la quantità di giocatori di cui l’Alma mater dispone — che vede gli Atenei così classificarsi: Bologna 138, Venezia 74, Salerno 67,75, Cosenza Unical 55, Roma 38, Genova 32, Ancona 28, Camerino 26,25, Trieste 17, Brescia 16,33, Milano Bicocca 13, Pavia 10, Macerata 8, Firenze 5, Ferrara 4,66, Pisa 3 (Ahi Pisa, vituperio de le genti del bel paese là dove ‘l sì suona).
RISULTATI
CAMPIONATO ASSOLUTO A SQUADRE MASCHILE
1° UNIVERSITA’ di VENEZIA
2° UNIVERSITA’ di BOLOGNA
3° UNIVERSITA’ di ANCONA
4° UNIVERSITA’ della CALABRIA
CAMPIONATO ASSOLUTO A SQUADRE FEMMINILE
1° UNIVERSITÀ di BOLOGNA 1
2° UNIVERSITÀ della CALABRIA
3° UNIVERSITÀ di VENEZIA
4° UNIVERSITÀ di TRIESTE
CAMPIONATO A SQUADRE MASCHILE OVER 50
1° UNIVERSITA’ di BOLOGNA 1
2° UNIVERSITA’ di ROMA
3° UNIVERSITÀ di GENOVA
4° UNIVERSITÀ di CAMERINO-MACERATA
Coppa Athenaeum
1° UNIVERSITA’ di BOLOGNA
2° UNIVERSITA’ di VENEZIA
3° UNIVERSITA’ di SALERNO
4° UNIVERSITA’ della CALABRIA
5° UNIVERSITA’ di ROMA
6° UNIVERSITA’ di GENOVA
7° UNIVERSITA’ di ANCONA
8° UNIVERSITA’ di CAMERINO
9° UNIVERSITA’ di TRIESTE
10° UNIVERSITA’ di BRESCIA
11° UNIVERSITA’ di MILANO BICOCCA
12° UNIVERSITA’ di PAVIA CHIETI
13° UNIVERSITA’ di MACERATA
14° UNIVERSITA’ di FIRENZE
15° UNIVERSITA’ di FERRARA
16° UNIVERSITA’ di PISA
Il Trentennale si conclude come da copione con la cena di gala e la premiazione. La cena è copiosa (siamo a Bologna!) e innaffiata da buon vino e spumante, che produce qualche effetto strano: a un certo punto della serata abbiamo assistito a un ballo fra lo scatenato e irrequieto Presidente del CUBo, tale prof. Cesare Saccani, detto Cesarone, e l’algido Dott. Francesco Kostner, che, per una volta, si è lasciato andare. Si è rivisto con piacere anche un «generoso» amico (ha permesso a Genova di battere Bologna per la prima volta!) di qualche tempo fa, il Prof. Sandro Rambaldi, detto Rambo, che purtroppo ha smesso di partecipare ai Campionati, preso da chi sa quali altre attività sportive.
Dopo la cena, con la partecipazione del Pro-Rettore Vicario Mirko Degli Esposti, di Biagio Consorti in rappresentanza dell’ANCIU, e, in rappresentanza del C.T. Virtus, del Maestro Paolo Chinellato, Direttore del Circolo, e del Consigliere Saverio Sandri, si è svolta la cerimonia di premiazione. Applausi e allori per tutti: gaudeamus igitur.
E concludiamo in termini musicali: cosa resterà di questi trent’anni di tennis, anni come giorni volati via? Certo, non solo una “fotografia”, ma storie di “guerra” e di “amicizia”, che questo libro, se vedrà la luce, come la pansè di Signorinella, servirà a evocare. E se negli occhi tremerà una lacrima? Niente rimpianti! Chiameremo in soccorso il cinico Libero modugnano: “e i ricordi i ricordi gettarli in fondo al mar”.
Note di Pier Luigi Pinelli
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